Eccoci arrivati al primo numero della nostra rubrica fissa dedicata al SEO, presentiamo qui una prima serie di fattori SEO quelli legati al nome del dominio. Come tutti i numeri uno non possiamo fare a meno di aggiungere qualche premessa: in questo e nei prossimi articoli ci occuperemo di presentare alcuni elementi che influenzano il risultati dei motori di ricerca. Secondo Matt Cutts Google nel suo algoritmo utilizza più di 200 fattori e non c’è nessun motivo di dubitare della sua affermazione.
Questi fattori sono gli ingredienti della ricetta che sta alla base dei risultati che ottenete facendo una ricerca su un motore di ricerca. La maggior parte delle considerazioni che faremo sono valide per tutti i MDR ma ci riferiremo soprattutto a Google sia perchè attualmente è il motore tecnologicamente più avanzato (non il migliore, il più avanzato), sia perchè è quello più utilizzato nei mercati che ci interessano (è il motore di ricerca più usato a Malta e in Italia senza ombra di dubbio) ma anche e soprattutto perchè è quello che conosciamo meglio.
Gli ingredienti della ricetta sono noti, come per la coca cola, la ricetta completa no. Tutto quello che può fare chi non lavora al Google Plesk è studiare e cercare di capire come funziona, cercare di costruire il proprio sito al meglio per avere successo e tener conto del fatto che la ricetta continua a cambiare!
Tra questi 200 fattori ce ne sono alcuni che contano più di altri, ovviamente, inoltre non tutti gli esperti concordano sull’importanza di un fattore piuttosto che di un altro. Lo studio dei motori di ricerca, pur essendo una disciplina legata all’informatica, non è una scienza esatta: il numero di fattori è talmente alto che è quasi impossibile realizzare dei test isolati e ripetibili. Come se non bastasse l’algoritmo cambia continuamente per cui una delle doti più importanti di un SEO è l’esperienza così come la sua capacità e volontà di continuare a studiare e documentarsi.
Una delle prime scelte da fare quando si costruisce un sito è quella del nome del dominio, in alcuni casi non c’è una grande possibilità di movimento, ad esempio il nome di questo sito coincide con il nome della società, Supero Ltd e probabilmente ha molto poco a che vedere con le chiavi di ricerca più interessanti, conoscere questi fattori aiuta comunque a impostare la giusta strategia, anche quando non è possibile intervenire.
- Età del dominio
- La parola chiave è contenuta nel nome del dominio
- La parola chiave è la prima del dominio
- La parola chiave è nel sotto-dominio
- Dominio uguale alla chiave di ricerca
- Durata della registrazione
- Storia del dominio
- La fedina penale del proprietario
- Proprietario del sito occultato
- Dominio registrato con estensione nazionale
Età del dominio
Secondo una recente dichiarazione di Matt Cutts “la differenza tra un dominio vecchio di sei mesi e uno di un anno è irrilevante”. Secondo la nostra opinione questa dichiarazione va presa alla lettera: l’età di un dominio conta e nel caso di un dominio molto, molto vecchio può essere un fattore importante per il suo posizionamento, soprattutto se quel dominio ha una buona reputazione. Questo non significa che un sito nuovo non abbia nessuna possibilità di posizionarsi ma solo che, a parità di tutti gli altri fattori, parte svantaggiato. Anche questo è un motivo per cui amiamo i progetti a lunga scadenza: la conquista del successo può richiedere tempo.
La parola chiave è contenuta nel nome del dominio
Questo fattore anni fa aveva un’importanza micidiale, adesso continua ad avere una certa importanza ma drasticamente ridimensionata. Facciamo un esempio concreto: avete un ristorante a Sliema che si chiama Luigi’s, con il vostro sito vorreste essere primi per la chiave “ristoranti Sliema” su google.it, anni fa usare il sito luigis-ristorante-sliema.com poteva garantire una marcia in più, nel 2014 non è più così indispensabile. Vi sarà capito di finire su qui siti dal nome orribile come ristorante-sliema-malta-luigis.com no? Potete considerarlo un residuo del passato, scegliete il nome del dominio con una parola chiave se questa è una scelta naturale, non forzate a tutti i costi rischiando di avere un nome orribile perchè questo non è più necessario.
La parola chiave è la prima del dominio
Anche questo fattore in passato aveva un’importanza micidiale, per usare l’esempio visto sopra registrare il sito ristorante-sliema-luigis.com era fondamentale. Questo fattore continua a esistere e, ove possibile, non va trascurato o sottovalutato ma non è più indispensabile.
La parola chiave è nel sotto-dominio
Registrate il dominio luigis.com, tecnicamente questo è un dominio di secondo livello. Può sembrare poco intuitivo e invece è semplicissimo, il primo livello infatti è quello più a destra (.com oppure .it, .info eccetera) e il secondo livello e quello che lo precede. Malta, così come altre nazioni, ha deciso di non lasciare la possibilità di usare direttamente il secondo livello ma di creare una seconda suddivisione: .gov.mt, .com.mt eccetera, per questo motivo l’estensione naturale di tutte le attività private maltesi è .com.mt che è già un’estensione di secondo livello. Volendo mantenere un dominio locale il nostro ristoratore quindi potrebbe registrare il nome luigis.com.mt, in Italia invece potrebbe registrare luigis.it. Fin qui tutto chiaro, no? Se diventa proprietario del dominio il nostro ristoratore sarà il signore e padrone di tutto quello che sta alla sua sinistra.
Ha scelto il dominio maltese? luigis.com.mt è suo, può creare un sottolivello ristoranti-sliema.luigis.com.mt, se ha scelto il generico e internazionale .net invece potrà usare ristoranti-sliema.luigis.net, con quello italiano ristoranti-sliema.luigis.it.
Quale che sia la sua scelta le parole chiave nel sotto-dominio possono aiutare a posizionare il sito, è anche per questo motivo che i giganteschi portali informativi creano siti mono-tematici in questo modo, ad esempio viaggi.repubblica.it
Dominio uguale alla chiave di ricerca
In questo caso il fattore è ancora in grado di fare la differenza ma… con la proliferazione di siti di bassa qualità con nome identico alla stringa di ricerca è in arrivo un cambiamento all’algoritmo di Google che attenuerà il vantaggio che la scelta di un dominio legata alla chiave di ricerca è ad oggi in grado di portare.
Durata della registrazione
Uno dei mille brevetti di Google dice più o meno che “i siti di valore sono spesso pagati per numerosi anni in anticipo mentre quelli con contenuti di basso livello sono raramente registrati per più di un anno per cui la data di scadenza di un dominio può essere un fattore per giudicare l’autorevolezza di un dominio”. In altre parole rinnovare la registrazione di un dominio di anno in anno non ha lo stesso effetto che pagare in anticipo alcuni anni a venire. Data l’esiguità del costo di registrazione annuale di un dominio e anche per non rischiare di dimenticarsi di rinnovarlo consigliamo di prendere in considerazione l’acquisto anticipato di più anni, dubitiamo sul fatto che questo sia un fattore di peso.
Storia del dominio
Questo è un fattore con cui ci siamo spesso scontrati negli anni passati, abbiamo imparato a tenerlo in considerazione e sappiamo che a volte Google sbaglia nelle sue valutazioni. Se un sito cambia spesso di proprietà, viene penalizzato o bannato per qualche motivo, Google tenderà a resettarne la storia, non tenendo in considerazione tutti i link che puntano al dominio. Questo fattore ci permette di aprire una finestra su uno degli aspetti più interessanti dell’algoritmo di Google , qualcosa che lo differenzia (almeno per quello che sappiamo noi) dai suoi competitor: la capacità di tener conto dello storico.
Anni fa c’era un vero mercato dei domini scaduti, capitava che alcuni domini, anche piuttosto prestigiosi, non venissero rinnovati per vari motivi, per dimenticanza, inettitudine, per cessazione dell’attività dell’imprenditore: efficienti e velocissimi webmaster si accaparravano il dominio appena registrabile e ne usavano la storia e i backlink per posizionare contenuti non necessariamente coerenti con il tema originario.
La fedina penale del proprietario
Google sa chi è il proprietario di un sito, ha accesso al whois e a tante altre informazioni che gli permettono di risalire al vero proprietario/gestore del sito. Quando crede di aver identificato una persona come proprietario di siti di bassa qualità tende a considerare con diffidenza tutti gli altri siti posseduti da questa persona.
Proprietario del sito occultato
Molti hoster permettono di registrare un dominio senza rendere pubblici i dati del proprietario. Nascondere il proprietario di un sito può essere fatto per una serie di motivi, tutti potenzialmente validi, ma c’è una dichiarazione di Matt Cutts che fa pensare che l’occultamento del proprietario di un sito, insieme ad altri fattori, può essere considerato come un segnale di sito di bassa qualità.
Dominio registrato con estensione nazionale
Ci sono pro e contro ad usare l’estensione nazionale per un sito, un dominio registrato come .it avrà un leggero vantaggio nelle ricerche fatte per la lingua italiana su google.it ma, analogamente, farà più fatica a competere a livello internazionale.
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