Una delle principali componenti del vantaggio competitivo risiede non solo nella capacità di reazione ai cambiamenti del contesto competitivo e ambientale, ma anche nella costante progettazione del cambiamento poggiante sulla innovazione permanente da parte dell’impresa. Tali cambiamenti incontrano spesso ostacoli significativi a motivo della abitudini consolidate (fissità funzionali) e più in generale a causa del sistema di valori culturali radicati. Le resistenze al cambiamento pongono il problema di mobilitare le risorse umane sul piano motivazionale.
Di fronte al cambiamento gli operatori assumono diversi atteggiamenti: costruttivo, distruttivo, agnostico (indifferente). Pertanto occorre in primo luogo raccogliere le adesioni degli interlocutori attorno alla bontà delle proposte di cambiamento.
I leader del cambiamento dovranno saper gestire lo “stress” proprio e altrui derivante dal clima di incertezza e imprevedibilità che caratterizza la gestione del cambiamento.
I processi di cambiamento (gestione del cambiamento) sono strategici, organizzativi e operativi. Sul piano della frequenza e della intensità del cambiamento è possibile individuare due differenti casi: cambiamenti incrementali e cambiamenti radicali.
Se vi sembrano concetti astratti provate a pensare al cambiamento che deve affrontare un’azienda nel processo di digitalizzazione, quando decide di entrare nell’arena dell’e-commerce ad esempio se non accetta di percorrere una strada di cambiamento globale difficilmente avrà successo, alcuni dei vantaggi competitivi che aveva nell’ambito del mercato esiste possono rivelarsi dei punti di debolezza nell’affrontare la concorrenza a livello globale eppure, nella maggior parte dei casi, la selezione è darviniana: cambiare (ed evolversi) o estinguersi.
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