I link sono uno dei pilastri nella strategia di posizionamento di un sito, sono uno dei fattori più importanti (se non il più importante in assoluto). In questo primo articolo del 2022 vedremo cosa sono, perchè sono così importanti e anche come possono danneggiare il posizionamento.
Un tuffo nel passato
Google non è sempre esistito, nell’epoca pre-Google esistevano dei motori di ricerca (Altavista, Lycos…) che non avevano algoritmi molto sofisticati per stabilire il ranking delle pagine. In quell’epoca pionieristica si basavano esclusivamente su fattori on-page e quindi usavano soprattutto le keywords. Il ragionamento era semplice: se in una pagina compare molto spesso la frase “motori di ricerca” è probabile che la pagina parli di quell’argomento. Se ci sono due pagine che parlano dello stesso argomento come si stabilisce quale deve essere mostrata per prima? Semplicissimo: se la frase compare più spesso nella pagina A questa verrà listata nei risultati prima della pagina B.
Non ha funzionato a lungo, i SEO dell’epoca impararono immediatamente il trucco: per posizionare una pagina per una determinata keyword bastava ripeterla, tante volte quanto necessario per il posizionamento, poco importa se il testo perdeva la sua coerenza. Quel metodo (che funzionava benissimo) viene chiamato keyword stuffing, purtroppo ci sono ancora persone convinte che il sistema funzioni ma non è così.
Le regole cambiano: arrivano Google e il PageRank
Larry Page e il suo socio Sergey Brin crearono Google nel 1996. I risultati del nuovo motore di ricerca si basavano su un algoritmo che è stato chiamato PageRank, come tributo al suo ideatore che in quel periodo si occupava di ricerca alla Stanford University.
L’idea rivoluzionaria, il pilastro del nuovo algoritmo era di usare i link come fattore di posizionamento.
Il PageRank funziona prendendo in considerazione la quantità e la qualità dei link diretti verso una pagina per ottenere una stima approssimativa di quanto è importante un sito. Il ragionamento alla base dell’algoritmo è che i siti più importanti riceveranno più link da altri siti.
E’ possibile sapere tutto di come funzionava il PageRank nella sua formulazione iniziale, il brevetto è pubblico e si trovano delle guide che lo spiegano in forma più “umana”, qui per esempio la spiegazione di Search Engine Journal (in inglese). Il documento del brevetto è molto tecnico e ci vuole un minimo di padronanza della matematica per riuscire a capirne i dettagli ma adesso come adesso sarebbe un esercizio piuttosto inutile dato che l’algoritmo si è evoluto, quello che è interessante capire è il modo in cui Google analizza e valuta i link nel 2022 per capire perchè questi hanno un’importanza primaria.
Link per tutti i gusti: in entrata, in uscita e interni
Un hyperlink (per gli amici link) è un oggetto cliccabile contenuto in una pagina web che porta da una pagina a un’altra. Un link può avere l’aspetto di un testo, un’immagine o un pulsante. I link possono essere classificati in base alla destinazione in cui l’utente viene portato quando clicca il link.
I link interni sono link che collegano pagine diverse dello stesso sito.
I link in uscita sono quelli che portano a un altro sito.
I link in entrata sono i link che provengono da altri siti, da altri domini.
I primi due tipi sono semplicissimi da creare, chiunque abbia un sito può inserire tutti i link interni e in uscita che vuole. I link in entrata sono il Graal della SEO, sono loro che contano davvero e sono anche i più difficili da ottenere.
I link entrata di qualità
Quando qualcuno in una qualsiasi pagina mette un link verso un’altra pagina è ragionevole pensare che lo faccia per un motivo valido. Nella maggior parte dei casi lo fa per consigliare ai suoi lettori una risorsa che ritiene valida anche se in teoria è possibile anche il contrario, ovvero un autore potrebbe segnalare su una sua pagina una risorsa che ritiene poco attendibile o inaffidabile. E’ come se un amico vi offrisse un consiglio (positivo o negativo).
Dal punto di vista di Google se una pagina riceve molti link è comunque una risorsa interessante, sia che se ne parli bene sia che venga criticata. Se il contenuto di una pagina rimbalza su altri siti, se altri ne parlano, allora è probabile che quella pagina meriti fiducia, credibilità e autorevolezza. Viene spesso usata la metafora del voto: una pagina che riceve un link è come se ricevesse un voto, un “like” da un’altra pagina, due link, due voti e così via.
Ma non è solo una questione di quantità, Google valuta anche la qualità dei link.
I falsi amici non piacciono a nessuno
Dovendo chiedere un consiglio difficilmente ci fidiamo di quei conoscenti che si spacciano per amici, allo stesso modo Google ha imparato presto che non tutti i link sono uguali, in particolare ha imparato a diffidare di link che provengono da alcuni tipi di pagine e cioè:
- Forum
- Commenti nei blog
- Guestbook
- Wiki
- Profili Social
- Directory e directory di articoli
- Siti con domande e risposte
- Social Bookmark
E’ nato subito il termine “link artificiali” per indicare questo tipo di link e distinguerli nettamente dai “link spontanei“, quelli che contano davvero. Non sempre Google riesce a identificare immediatamente i link fasulli, a volte può volerci un po’ di tempo. Per un certo periodo Google si è limitato a non prendere in considerazione questo tipo di link, poi sono stati introdotti dei cambiamenti all’algoritmo per cui ora i link artificiali possono danneggiare, creando penalizzazioni automatiche oppure scatenare azioni manuali.
L’importanza dei link in entrata dopo Penguin
Negli anni passati Google ha introdotto numerosi cambiamenti, alcuni di questi hanno avuto effetti notevoli e quello più importante che riguarda i link è stato chiamato Penguin Update. In sostanza si tratta di una ricetta che prova a valutare meglio la qualità dei link, in particolare serve a identificare i link artificiali. Ora Penguin è una parte integrante dell’algoritmo principale di Google, i cambiamenti introdotti sono permanenti.
Dato che è impossibile sapere con esattezza come funziona Penguin, all’inizio c’è stata un po’ di confusione e ci sono stati alcuni ricercatori che hanno avuto l’impressione che i link non contassero più nel posizionamento. Gli articoli che hanno scritto in quel periodo continuano a circolare ma sono sbagliati.
I link sono ancora un importante fattore di posizionamento, tuttavia dopo Penguin è diventato essenziale puntare sulla qualità ed è quindi drasticamente cambiato il modo in cui questi link possono essere ottenuti. Sono passati anni dall’introduzione di Penguin e alcune cose sono finalmente chiare, di seguito elenchiamo alcuni concetti di cui possiamo essere sicuri.
Gli anchor text
In passato era teoricamente possibile posizionare (quasi) qualsiasi pagina per (quasi) qualsiasi chiave sfruttando le ancore. L’archor text è il testo cliccabile di un link, può essere il classico “clicca qui” oppure “l’importanza dei link nel 2022“. Nell’era pre-Penguin il testo dell’ancora veniva usato da Google per capire l’argomento della pagina di destinazione, per i SEO era un modo per aggiungere Keywords alla pagina di destinazione “dall’esterno”.
Nell’era post Penguin bisogna fare più attenzione e in particolare bisogna fare in modo che le ancore siano distribuite in modo naturale. In particolare è importante che non siano tutte uguali e che non siano tutte ancore ricche di keyword.
I link interni
I link in entrata fanno aumentare il valore complessivo di un sito, con i link interni è possibile distribuire il PageRank all’interno del sito e convogliarlo verso le pagine più importanti. Nella maggior parte dei siti la pagina che riceve più link è la home page, se le pagine veramente importanti, le landing page che ci interessa posizionare sono troppo distanti dalla home page ci sarà una significativa riduzione del PageRank dalla home page alle landing. Per questo motivo è importante che i link interni vengano costruiti con due obiettivi:
- Aiutare i lettori nella navigazione del sito
- Aiutare i motori di ricerca a raggiungere direttamente le pagine più importanti
Tipicamente i link interni vengono usati in quattro punti:
- Il menù di navigazione del sito
- La sitemap
- I link agli articoli correlati
- I link all’interno del testo
I link in uscita
In passato i SEO erano molto avari con i link in uscita, si pensava che questi diminuissero il PageRank di una pagina e per un certo numero di anni questa supposizione si è dimostrata corretta. Tutti i link in uscita creavano una sorta di falla da cui il PageRank fuoriusciva per cui, tutte le volte che era necessario mettere un link in un articolo, i SEO aggiungevano sempre l’attributo “nofollow”. Questo è un tag HTML che tra le varie cose serve a indicare ai motori di ricerca: “non seguire questo link, non dargli neanche una goccia del mio prezioso PageRank”.
A partire dal 2009 Google ha introdotto una serie di cambiamenti, è bene dire che gli effetti di queste modifiche sui link in uscita non sono state completamente capite. Quello che sappiamo con ragionevole certezza è che, in generale, ci si deve attenere a una serie di best practice e in particolare:
- Non avere troppi link in uscita
- Non usare sempre l’attributo “nofollow”
- Mettere link solo a siti di qualità
E’ giusto ribadire che è vero che un link in uscita porta PageRank al sito di destinazione, non è sbagliato dire che mettendo un link a un sito esterno stiamo cedendo prezioso PageRank, tuttavia questo effetto è controbilanciato dal fatto che un link in uscita può essere una risorsa utile per i lettori del sito. In ultima analisi Google cerca di identificare i contenuti migliori, a volte sbaglia ma chi cerca di creare contenuti di valore per i lettori va nella direzione cui sta puntando il motore di ricerca.
Conclusioni
I link sono l’ingrediente segreto che ha permesso a Google di sbaragliare la concorrenza. Sono ancora estremamente importanti, Google è ancora il miglior motore di ricerca e il funzionamento del suo algoritmo è ancora profondamente basato sui link. Purtroppo (o per fortuna) le cose non sono semplici come lo erano nel 1996 e l’algoritmo si è adattato ed è evoluto. Nell’articolo abbiamo identificato tre tipi di link:
- I link in entrata sono quelli che hanno il maggior impatto sul posizionamento di un sito. Possono essere considerati come dei voti, dei “like” ma è importante che siano naturali e che vengano da siti di alta qualità.
- I link interni permettono agli utenti umani di navigare e aiutano a distribuire il PageRank all’interno del sito.
- I link in uscita devono essere usati nel modo più naturale possibile.
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