Per capire di cosa stiamo parlando bisogna tornare indietro nel tempo e raccontare un po’ di storia, molti utenti esperti di WordPress si annoieranno ma senza alcune premesse l’articolo risulterebbe incomprensibile per i non addetti ai lavori.
WordPress è un CMS Open Source, ovvero un software che si usa per pubblicare siti, proprio come quello che state leggendo in questo momento, e questo software è aperto, libero, chiunque può leggerne il sorgente, modificarlo, distribuirlo. ClassicPress è un fork di WordPress.
Alla base di WordPress c’è un ricchissimo team di sviluppatori che ne scrive il codice, corregge gli errori e di volta in volta propone delle novità; la leadership di questa comunità di sviluppatori è saldamente nelle mani di Matt Mullenweg, il creatore di questo meraviglioso software.
WordPress è nato per soddisfare un’esigenza comune e diffusa, quando è stato pubblicato per la prima volta c’erano tanti software che si occupavano della pubblicazione e della gestione di siti (in particolare di blog), ma nel tempo WordPress ha dimostrato di essere il migliore e si è evoluto. Oggi non si usa più soltanto per gestire blog, ci si riesce a fare un po’ di tutto, non a caso è di gran lunga il CMS più usato e diffuso di internet e, tanto per chiarire ogni dubbio, il migliore e il nostro CMS preferito.
L’evoluzione del software è stata condotta dal team di Mullenweg, gente estremamente competente e con le idee chiare. Alla base del successo di WordPress ci sono tanti elementi vincenti, la semplicità, la velocità, la capacità di evolvere. Componenti essenziali di questo successo sono stati l’ecosistema di plugin e temi (gratuiti e a pagamento) che è nato e che continua a crescere rigogliosamente.
WordPress non ha mai avuto un editor particolarmente evoluto, la finestra in cui si scrive il testo è molto semplice e offre delle funzionalità basiche, anche per questo, per migliorarne le funzionalità e non dover ricorrere all’html sono nati centinaia di plugin che permettono di creare pagine in modo più evoluto, alcuni di questi sono gratuiti, altri a pagamento. Tanto per fare qualche esempio possiamo citare WPBakery, l’editor a pagamento che usiamo su questo sito, Elementor, un editor molto potente e amato dai suoi utilizzatori, citiamo anche Shortcodes Ultimate, non un vero e proprio editor ma un plugin che aggiunge delle funzionalità evolute all’editor di base.
WordPress e gli editor di terze parti hanno convissuto pacificamente fino al 2018. In realtà continuano a convivere ma questa convivenza oggi non è affatto pacifica, come minimo è scoppiata una guerra fredda.
Nel 2018 il team di WordPress ha introdotto il nuovo editor Gutenberg nell’installazione standard di WordPress, contestualmente è stato spiegato chiaramente che il nuovo editor fa parte di una strategia per cui il CMS passerà alla gestione “a blocchi”, sia per i contenuti (post e pagine), sia per alcune parti solitamente più complicate da modificare (widget e addirittura alcune sezioni del tema, come testata e footer).
Quindi, a partire dal 2018, ogni nuova installazione di WordPress propone Gutenberg come editor di default e la cosa ha creato parecchie perplessità. Cercando in rete è facile trovare giaculatorie di gente che, come chi vi scrive, ha provato a usare il nuovo editor ma non riesce a farselo piacere.
In un certo senso il problema è “filosofico”, Gutenberg costringe a ragionare basandosi su blocchi ma il sottoscritto e tante altre persone non riescono a farlo, preferiscono continuare ad avere la libertà di muoversi liberamente guardando l’intero e non la singola parte. I benefici del passaggio all’editor a blocchi, inoltre, sono sinceramente discutibili. Pur avendo testato Gutenberg per settimane non siamo ancora riusciti a trovare qualcosa in cui sia migliore dell’editor tradizionale, eventualmente potenziato con i plugin di cui abbiamo parlato sopra.
Non si tratta soltanto di resistenza al cambiamento, usare Gutenberg significa abituarsi a un nuovo modo di lavorare ma non è chiaro quali sono i benefici, per l’utente finale, gli sviluppatori o i webmaster.
La comunità si è mossa piuttosto rapidamente, è stato immediatamente pubblicato il plugin Classic Editor che permette di continuare a usare l’editor standard. Il fatto che questo plugin sia stato scaricato più di cinque milioni di volte testimonia il fatto che l’accoglienza di Gutenberg è stata, per essere buoni, controversa.
Il problema è che presto Classic Editor non basterà più, la gestione a blocchi si è già estesa ai Widget, molti temi e alcuni framework non funzionano più o creano problemi. E continuiamo a non vederne i benefici. Ci sono plugin eccezionali, come Toolset Type, i cui sviluppatori si sono buttati a testa bassa e hanno abbracciato in pieno la filosofia di Gutenberg per cui per usare Toolset Type adesso è (quasi) indispensabile usare Gutenberg. E’ probabile che nei prossimi mesi altri sviluppatori salteranno dall’altra parte e si arrenderanno a Gutenberg.
In futuro magari proveremo ad affrontare più approfonditamente l’argomento editor, con un post dedicato, così avremo spazio per motivare la nostra avversione per Gutenberg, nel frattempo continueremo ad aggiornare i siti che gestiamo installando e attivando Classic Editor e Classic Widgets, almeno fino a quando non avremo trovato dei benefici reali nel nuovo editor.
Dopo aver presentato la situazione relativamente a WordPress facciamo anche una breve digressione nel mondo dell’Open Source per raccontare cosa sono i fork con un esempio reale. Come abbiamo detto sopra chiunque può leggere il codice di WordPress, modificarlo ed eventualmente pubblicarlo nella versione modificata.
Chi vi scrive ha già vissuto tanti anni fa un fork che ha avuto esiti inaspettati. Negli anni 2000 WordPress non era ancora nato ma erano già in circolazione alcuni CMS Open Source, uno dei migliori era Mambo. Fino al 2004 aveva vinto parecchi premi dimostrando di crescere a grande velocità, poi nel 2005 c’è stato il grande scisma: la maggior parte degli sviluppatori non era d’accordo con la direzione presa dalla leadership, le motivazioni dei “ribelli” sembravano questioni di principio più che problemi reali ma in ogni caso decisero di separarsi e di creare Joomla. Questo nuovo CMS è stato per più di un decennio uno dei migliori in circolazione, il progetto Mambo è morto.
Cos’è ClassicPress e cosa c’entra in tutto questo ragionamento?
Ora che abbiamo finito con le premesse possiamo passare al topic dell’articolo. ClassicPress è un fork nato da una frangia di oppositori, sviluppatori che non apprezzano la svolta decida dalla leadership a favore dell’editing a blocchi. In sintesi un gruppo di programmatori ribelli, nel 2018, ha deciso di lasciare il progetto WordPress e di pubblicare questo “nuovo” CMS, sostanzialmente identico all’originale ma senza l’editor a blocchi. Il fork si basa sulla versione 4.9 di WordPress, l’ultima “Gutenberg Free”.
A tre anni di distanza credo si possa dire che il progetto ClassicPress non ha avuto successo, non si ripeterà quanto era successo con Mambo / Joomla e questo fork non ha grandi speranze di longevità.
Gli utenti di WordPress hanno comunque la possibilità di scegliere perchè è anche questo il bello del software Open Source:
- Abituarsi / rassegnarsi a Gutenberg e ai blocchi
- Passare a Classic Press
- Continuare a usare WordPress attivando tutti i plugin che permettono di continuare a usare gli strumenti migliori. Finché dura.
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