L’essenza di tale strumento di gestione (principio+ tecnica) è l’orientamento al miglioramento continuo e al cliente (customer satisfaction). Pertanto può essere definito: gestione quotidiana del miglioramento continuo in ogni attività e processo aziendale di ordine esecutivo. L’ottica del DDM è quella di soddisfare sia i clienti interni che quelli esterni.
La via tradizionale a questo tipo di gestione, di matrice giapponese, affiancava, duplicando gli organi sul piano gerarchico, organizzazioni verticali parallele e laterali a quelle ufficiali e/o formali. Questi organi per la qualità totale (circoli qualità, gruppi di progetto, comitati qualità) sono nati come organi informali non retribuiti che hanno assunto piano piano una loro sfera di potere. La via innovativa, o quanto meno la seconda via innovativa, consiste nella implementazione, nell’ambito dell’organizzazione formale, della struttura per la qualità (parallela, laterale e trasversale). Con i principi del market-in (marketing interno) che suddivide l’azienda in tanti segmenti “cliente-fornitore” (binomi di relazioni molto sensibilizzati e solidali).
E’ auspicabile che la filosofia del DDM venga affidata alla linea operativa che si trova a livello più basso della scala gerarchica, quello esecutivo, coinvolgente tutto il personale dell’azienda. Così il doppione verticale, di complesso svolgimento, verrebbe eliminato. In questa nuova visione la routine si trasformerà da lavoro ripetitivo in lavoro creativo, in quanto utilizzerà le forme di miglioramento continuo tipiche giapponesi (gruppi, incarichi individuali, CEDAC, ecc.) incorporandole.
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