Autodiagnosi interna
L’approccio più globale è quello che contempla contemporaneamente i processi aziendali da un lato e i fattori chiave del business aziendale dall’altro. A titolo indicativo è consigliabile coinvolgere nell’autodiagnosi le prime due linee gerarchiche dell’azienda (top e middle management).
Autodiagnosi operativa
Attività finalizzata ad individuare i principali fattori di criticità di un sistema operativo, autodiretta dagli stessi operatori del sistema.
Si basa sulla valutazione di due fattori di cruciale importanza:
- il livello di prestazione del componente
- la capacità del componente di condizionare o meno il sistema nella sua globalità
Può avere valore propedeutico nell’impostazione di un piano di qualità. È dato di constatare che in questo caso il campo operativo è più limitato di quello svolto dalla diagnosi della qualità.
Inoltre si può osservare che l’autodiagnosi, essendo condotta dagli stessi attori del sistema, i quali si trovano controllori di se stessi, può sprigionare una elevata consapevolezza e un pieno coinvolgimento e può risultare in definitiva automotivante. E’ una autoverifica operativa.
Autodiagnosi strategica
Consiste nell’individuazione dei fattori critici di successo allo scopo di impostare il piano strategico globale e i collegati piani o programmi o progetti operativi in linea con la logica della qualità totale.
Tale autodiagnosi intende scrutare lo scenario del business con un orizzonte prospettico di almeno cinque anni. Il risultato di questa impostazione di tipo clinico e per la quale esistono metodologie specifiche, serve a individuare le priorità di intervento riorganizzativo, culturale, tecnico e metodologico.
Non si tratta di esaminare soltanto i fattori critici, ma anche i processi critici. Esempi di fattori/processi critici sono: i tempi di sviluppo di nuovi prodotti; il design, la tecnologia, la flessibilità produttiva.
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