Nel dinamico mondo del SEO, il posizionamento sui motori di ricerca si basa su molteplici fattori, ma uno emerge prepotentemente: la qualità dei contenuti. Comprendere l’importanza e l’impatto del contenuto sul ranking è cruciale per qualsiasi strategia SEO efficace.
Negli articoli precedenti avevamo detto che ci sono solo tre fattori che contano veramente per posizionarsi sui motori di ricerca (in particolare la nostra analisi si concentra su Google), avevamo parlato dell’esperienza sulla pagina e dei link.
Come detto nel primo articolo di questa breve serie c’è il trucco: possiamo parlare di tre soli fattori solo se consideriamo tre “famiglie” di fattori. Oggi in particolare parleremo del terzo gruppo, ovvero dei contenuti ed è un argomento veramente molto ampio.
Capire la Query dell’Utente
Il processo di posizionamento inizia con l’interpretazione della query dell’utente. I motori di ricerca, come Google, si impegnano a capire l’intenzione dietro ogni ricerca, per poter abbinare al meglio la domanda con la risposta più pertinente e utile. Questo processo inizia con la decodifica delle parole chiave inserite dall’utente.
Abbinare la Query al Contenuto di una Pagina
In teoria è tutto contenuto nella documentazione pubblicata dallo stesso Google, in particolare in questo documento si dice:
I nostri sistemi analizzano il contenuto per valutare se contiene informazioni che potrebbero essere pertinenti a ciò che stai cercando.
Se un sito non ha problemi tecnici eclatanti i contenuti vengono scansionati e indicizzati e il contenuto di qualità continua a essere il principale fattore di posizionamento. E non solo questo, se vogliamo andare fino in fondo dobbiamo ammettere che il contenuto è fondamentale non solo per il posizionamento, ma anche per l’esperienza utente e la conversione.
Ancora una volta ci viene in aiuto lo stesso Google che, tramite Gary Illyes, ci dice:
Senza contenuto, letteralmente non è possibile posizionarsi. Se non hai parole sulla pagina, non otterrai un posizionamento. Ogni sito avrà qualcosa di diverso come i primi 2 o 3 fattori di ranking.
Internet contiene miliardi di pagine di contenuto, ma cos’è un contenuto di alta qualità? In breve, può essere definito al meglio come un contenuto che segue i segnali E-E-A-T ovvero:
- Esperienza
- Competenza
- Autorevolezza
- Affidabilità
Probabilmente torneremo a parlare di EEAT in futuro, questo articolo è già abbastanza lungo di suo e l’argomento ci porterebbe veramente molto lontano.
Una parte essenziale dei contenuti di una pagina sono i testi. Le keyword. Non vogliamo ora addentrarci in sottigliezze semantiche: nonostante le voci che affermano il contrario, le parole chiave sono ancora un elemento fondamentale. Sono il ponte che collega la query dell’utente al contenuto pertinente. Google stesso conferma che le parole chiave contenute nel testo aiutano a determinare la rilevanza di una pagina rispetto alla query.
Pedro Dias, ex dipendente di Google, ha spiegato in una conversazione diretta:
Non è che i fattori di ranking originali come le keyword siano obsoleti, sono la pietra angolare su cui costruiamo. È sempre fondamentale che questi fondamenti siano applicati e realizzati bene.
Dobbiamo ora parlare di alcuni aggiornamenti dell’algoritmo di Google, alcuni di questi sono relativamente recenti, gli effetti di questi cambiamenti sono veramente interessanti e, come sempre, a volte hanno avuto effetti imprevisti e indesiderati.
Helpful Content
Lanciato nel 2022, l’aggiornamento Helpful Content di Google è focalizzato sul fornire il miglior contenuto all’utente.
La motivazione di Google è che il contenuto dimostri esperienze reali, che riconduce a fornire la migliore esperienza per il lettore: “più contenuti (creato) da persone, per persone.” Questo algoritmo (o sistema) viene aggiornato costantemente e, nel corso del 2023, abbiamo visto gli effetti di una o più interazioni.
Tanto per cambiare le spiegazioni ufficiali fornite da Google sono quanto di più politicamente corretto (e inutile) si possa immaginare, ovvero:
Helpful Content mira a premiare meglio i contenuti dove i visitatori sentono di aver avuto un’esperienza soddisfacente, mentre i contenuti che non soddisfano le aspettative di un visitatore non si comporteranno altrettanto bene.
Questa non è una spiegazione particolarmente utile perchè è lo stesso che hanno sempre cercato di fare, no? Qualche informazione di maggiore utilità si può trarre leggendo le linee guide, in particolare quando sottolineano l’importanza dello EEAT:
- Non deviare dal tuo argomento principale
- Dimostra esperienza diretta
- Non combinare più argomenti su un unico sito
RankBrain
Lanciato nel 2015, RankBrain è uno dei sistemi di apprendimento automatico di Google che può collegare parole a concetti e aiuta Google a comprendere l’intento di una query di ricerca.
Tra le varie cose RankBrain è in grado di capire i sinonimi e rimediare agli errori di battitura dell’utente. Google usa un sistema di machine learning per imparare queste e altre informazioni analizzando le ricerche stesse degli utenti, dopo tutto ha a disposizione una gigantesca massa di dati da analizzare, no?
BERT
Lanciato ne 2018 BERT ha creato un terremoto nel mondo SEO dato che l’aggiornamento ha modificato circa il 10% delle query (il che è tantissimo).
Questo aggiornamento si occupa soprattutto di capire come funzionano le diverse combinazioni di parole, in particolare le cosiddette “stop word”. Senza entrare troppo nei tecnicismi, citiamo ancora Google:
BERT è stato un enorme cambiamento nel campo della comprensione del linguaggio naturale, aiutandoci a capire come le combinazioni di parole esprimano significati e intenti diversi.
Multitask Unified Model (MUM)
Nel 2021 Google ha annunciato il lancio di MUM, un nuovo sistema che gli permette di raccogliere informazioni da testo, immagini e possibilmente video.
In questo caso l’impatto è stato meno fragoroso ma si tratta comunque di un aggiornamento importante, un altro strumento che permette a Google di analizzare i contenuti, in tutte le loro forme.
Caffeine
Introdotto nel lontano 2010, Caffeine ha profondamente modificato il modo in cui Google aggiornava le SERP, in passato queste cambiavano a distanza di qualche settimana, Caffeine permette a Google di “analizzare il web dividendolo in piccole sezioni e aggiornare le SERP in modo continuo”.
L’anno successivo Google ha aggiunto anche l’elemento freschezza, garantendo maggiore visibilità ai contenuti più recenti. Ora che questo algoritmo funziona bene (nella maggior parte dei casi), possiamo dire che la freschezza dei contenuti non è importante per tutte le query, come è giusto e logico che sia.
Personalizzazione e localizzazione
Sebbene non riguardi la qualità dei contenuti, vale la pena menzionare qui che, oltre a tutti gli altri perfezionamenti del ranking, c’è uno strato di personalizzazione, che prende in considerazione la cronologia delle ricerche dell’utente e la sua posizione.
Per esempio se cercate dallo smartphone “pizzeria” otterrete dei risultati che dipendono dalla vostra posizione, sulla mappa. Se invece cercate “musei a Parigi” otterrete contenuti informativi con video, immagini, recensioni, informazioni su orari, biglietti e mostre in corso.
Conclusioni
In conclusione, mentre le tecniche SEO evolvono costantemente, una cosa rimane costante: la qualità del contenuto è fondamentale. Creare contenuti che siano informativi, pertinenti, affidabili e ben ottimizzati per le parole chiave non solo migliorerà il tuo posizionamento nei motori di ricerca, ma fornirà anche un valore significativo ai tuoi lettori. In questo modo, stabilisci la tua presenza online non solo agli occhi di Google, ma anche di coloro che contano di più: i tuoi utenti.
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