Occuparsi di SEO significa doversi continuamente aggiornare, non basta aver imparato qualcosa e non è sufficiente essere riusciti a posizionare un sito, secondo alcuni il SEO, così come era concepito alcuni anni fa, è destinato ad estinguersi.
Noi non la pensiamo così, riteniamo che oggi e ancora per parecchio tempo la figura di un professionista che si occupa della visibilità di un progetto sia non solo utile ma addirittura indispensabile, solo che questa figura deve essere vista come un PR digitale più che un ingegnere che pensa solo ed esclusivamente a Google. Veniamo ai vecchi trucchetti SEO che non funzionano più.
Maggiore il numero di link migliore il posizionamento
Non ci stancheremo mai di ripeterlo: da quando è uscito Penguin non è più così, in passato un link al massimo poteva essere inutile, adesso in certe situazioni i link possono essere danneggiare. La qualità dei link è diventata talmente importante che non è raro vedere siti con un numero relativamente basso di backlink primeggiare rispetto a veterani che ne vantano una quantità nettamente maggiore.
L’importante è scrivere testi infarciti di keyword
Non è vero e questo è una buonissima notizia, soprattutto per chi lavora bene e per chi scrive testi per i propri utenti più ancora che per i motori di ricerca. Uno degli impatti (positivi) degli sviluppi semantici è il fatto che i motori cominciano a capire il significato delle parole. Banalizzando al massimo con un esempio per posizionare correttamente una pagina in cui si parla di un albergo maltese non è necessario ripetere mille volte all’interno del testo la keyword secca “hotel Malta”, si può scrivere in modo naturale con la certezza che Google e gli altri principali motori sono perfettamente in grado di capire che hotel, albergo, alloggio e struttura ricettiva sono sinonimi e lo stesso vale per l’arcipelago maltese in tutte le sue possibili declinazioni.
Ripetiamo che questa è un’ottima notizia, forse ci imbatteremo più raramente in testi orrendi con chiavi secche infilate in tutti i modi e ripetute 100 volte.
Il seo è solo link, codice e un’infarinatura di testo
Non basta, non basta più. Questi tre ingredienti continuano a essere fondamentali ma, tanto per fare un esempio, non è più possibile trascurare i social media per gli effetti diretti e indiretti che questi possono avere sul posizionamento
L’ossessione del monitoraggio
Anni fa qualunque seo, con l’aiuto di software e tool vari, teneva costantemente monitorato il posizionamento dei siti dei clienti. Questo non serve più, le cose in realtà si sono fatte più complicate.
Tanto per cominciare è diventato più complicato controllare il posizionamento effettivo dato che le serp tendono a declinarsi in modo diverso a seconda dell’utente che interroga il motore ma, cosa ancor più importante, la long tail è diventata ancora più importante che in passato ed è per definizione impossibile tenere sotto controllo il posizionamento relativo rispetto a centinaia o migliaia di chiavi.
Più pagine più traffico
C’è stato un lungo periodo in cui è stato effettivamente così, i siti più grandi tendevano a posizionarsi meglio, poi è arrivato il Panda. Oggi avere un buon numero di pagine è condizione necessaria ma non sufficiente per posizionarsi adeguatamente, è necessario ma non basta.
Testi lunghi si posizionano da soli
Anche questo assioma è stato vero in passato, per un lungo periodo di tempo. E’ per questo che trovate in giro articoli con più di 2000 parole, adesso è più complicato perchè non basta scrivere un articolo lungo se questo non è veramente utile o interessante. Quest’ultimo aspetto in realtà è una conseguenza, una combinazione di due meccanismi che abbiamo esaminato sopra ma le cose stanno così.
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